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PERCORSI DI EPICA, stai per leggere…
Illustrazioni per il corso di epica per scuola secondaria di 1° grado.
Tecnica Illustrazione digitale
Titolo Percorsi di Epica, Stai per leggere…
Autore Simonetta Damele
Cliente Loescher Editore, 2013
Il pomo d’oro
[…] Attenzione! – gridò a un certo punto qualcuno – sul pomo c’è una scritta. – Cosa? – Dove? – Fate vedere. – Avanti qualcuno legga cosa c’è scritto. – C’è scritto “alla più bella”. Allora Era, Atena e Afrodite si buttarono sulla mela d’oro. […]
(E. Chicco Vitzizzai, Storie di dei e di eroi, Milano, Mursia Scuola, 1993)
Il cavallo di Troia
[…] Scese la notte, mentre i Troiani dormivano tranquilli, certi che il nemico fosse partito, che la guerra fosse finita, il ventre del cavallo proditorio s’aprì e ne uscirono molti guerrieri greci che vi erano nascosti con Ulisse e Pirro o Neottòlemo, figlio di Achille; e apersero le porte della città ai compagni che erano riapprodati e scesi a terra dalle navi. […]
(G. Morpurgo, Le favole antiche, Milano, Petrini, 1972)
Crise supplica Agamennone
[…] perché Crise l’Atride trattò malamente, / il sacerdote; costui venne alle navi rapide degli Achei / per liberare la figlia, con riscatto infinito, / avendo tra mano le bende d’Apollo che lungi saetta […]
(Omero, Iliade, Libro I, vv. 11-14, trad. it. di R. Calzecchi Onesti, Torino, Einaudi, 1974)
Afrodite salva Paride da Menelao
[…] poi s’avventò di nuovo deciso ad ucciderlo / con la lancia puntuta; ma lo sottrasse Afrodite, / assai facilmente, come opera un dio, di fitta nebbia l’avvolse, / e lo portò nella stanza da letto profumata, piena di aromi. […]
(Omero, Iliade, Libro III, vv. 379-382, trad. it di G. Cerri, Milano, BUR, 1996)
La morte di Patroclo
[…] l’ora della morte l’avvolse: / l’anima volò via dalle membra e se ne scese nell’Ade, / rimpiangendo il proprio destino, lasciando la forza e la giovinezza. […]
(Omero, Iliade, Libro XVI, vv. 855-857, trad. it di G. Cerri, cit.)
Ettore supplica Achille
[…] «Per la vita ti prego, per le ginocchia, per i tuoi genitori, / non lasciare che i cani mi sbranino accanto alle navi degli Achei […]»
(Omero, Iliade, Libro XXII, vv. 338-339, trad. it di G. Cerri, cit.)